NOI, L’EUROPA ED I NOSTRI RAGAZZI(un breve resoconto di quanto accade a nostro discapito…)
- rosanna
- 23 lug 2019
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Secondo quanto espresso nella campagna elettorale, dalle nostre forze politiche, per l’elezione dei nostri rappresentanti in Europa, questa grande esperienza europea ha fallito il suo compito primario di costruzione di pace, di aiuto reciproco, di uguaglianza tra i cittadini, di integrazione con altre culture e credo che su quanto appena espresso non ci siano dubbi. Non abbiamo saputo coltivare la pace, né proporla, né mediare, abbiamo negli ultimi 10 anni permesso l'insorgere di un malcontento che ha portato i popoli del Sud Europa ad un impoverimento sempre più marcato, abbiamo permesso, non riuscendo, nell’ambito dell’integrazione, a popoli di emigranti di rivoltarsi contro i popoli che li ospitavano, non raccontando le misere condizioni di vita a cui li abbiamo sottoposto.
Nel dopo-elezioni cosa accade nel nostro paese per divenire forza di trasformazione ?
Il moltiplicarsi di messaggi falsi ed equivoci sul rapporto Italia-Europa!
Si pretende di contare in Europa perché nel proprio paese le elezioni hanno dato risultati discreti ad una forza di Governo, ignorando che il lavoro per contare andava fatto prima del voto e con le alleanze giuste fuori del territorio italiano, con quelle che avrebbero potuto consentire il cambiamento o quanto meno di essere una voce autorevole per poterlo gestire il cambiamento! Ma c’è di più, non si vota il candidato del proprio paese alla Presidenza del Parlamento europeo perché facente parte dell’opposizione nel governo italiano! Mi permetto un inciso: questa non è buona politica, è pessima politica! Nella politica europea occorrono personalità politiche rese forti dal consenso per poter contare. Un italiano in Europa è un italiano che porta la voce del proprio paese e diventa, perciò, la voce degli italiani, il colore di provenienza non è più importante. Non si può evitare di ricordare che, In Europa, in questo lungo anno giallo-verde, il grande assente ad ogni trattativa di valore, è stato proprio l’Italia!
A chi affidate le strategie?
Un Presidente del Consiglio utilizzato per proiettare un’immagine falsata della realtà italiana, costretto a fare da tramite tra le due diverse forze del governo, snaturando il suo ruolo istituzionale! Inviato in Europa a porre toppe ad una finanza pubblica non a norme, a rammendare rapporti che rischiavano il logoramento per insulti che partivano dall’Italia nei riguardi di forze europee di cui avremmo dovuto essere alleati per vicinanza territoriale, perché facenti parte dell’area mediterranea.
Un Ministro degli interni che preferisce la piazza al lavoro ministeriale che si è scelto! Un Ministro che usa un linguaggio incolto, rozzo e che fa proseliti tra gli arrabbiati del nostro paese, tra quelli che pensano sia necessaria la voce grossa, slogan, per raggiungere risultati! La politica è strategia, partecipazione, metodo per realizzare programmi, progettualità destinata al paese, non alla fazione vincente alle elezioni, è, insomma, arte, l’arte del governare, di cui questo governo, purtroppo per noi, non dà segni di capacità!
Si è fatta della lotta all’immigrazione, un cavallo di battaglia dimenticando ciò che siamo stati in un passato neppure tanto lontano e cioè popolo di immigrati alla ricerca di un porto sicuro per poter sopravvivere. Si dimentica o si esclude dalle proprie priorità il fatto che, all’interno della nostra comunità, abbiamo un problema altrettanto grande, l’emigrazione di cui ogni tanto si fa cenno ,senza però, programmare nessuna forma d’intervento al fine di diminuirne la portata!
Chi difenderà i nostri emigrati sparsi nel mondo? Chi proteggerà i giovani che, dagli anni 80 in poi, sono stati educati a sentirsi europei, a viaggiare e, a cercare una realizzazione dei loro sogni in terra d’ Europa? Cosa si risponde a chi ha sperato, immaginato il nascere di un futuro degli Stati Uniti d’Europa? Politica modesta la nostra che non si proietta nel futuro, politica che logora e distrugge ambizioni e sogni delle nuove generazioni, politica tessuta da persone incolte, incapaci di usare il grande potenziale che i giovani possiedono per entusiasmo, preparazione, obiettivi con cui poter costruire una solida cultura di idee, di prospettive per un futuro di pace, un futuro di collaborazione tra il sud ed il nord d’Italia fino ad estendersi tra il sud e il nord del mondo, cercando insieme di isolare ogni forma di fondamentalismo.
Nell’immediato quale il grande progetto?
Il grande progetto è continuare ad isolare il sud dell’Italia dal nord con il ricorso all’affermazione delle autonomie regionali di Lombardia e Veneto soprattutto, terre ricche anche con il concorso delle forze lavoratrici del sud!
E del sud, della sua area mediterranea chi ne discute? Un’area prospera di culture diverse, abituate alla convivenza nello scambio continuo, ma anche nel contrasto, ricca per vitalità in cui coabitano tradizioni diverse, contaminazioni positive, tolleranza per il diverso. Quest’area, invece viene fatta vivere per i suoi problemi e temuta per i suoi conflitti più che per le grandi potenzialità, trascurando le opportunità che offre e le risorse di cui dispone, rendendo vana la ricomposizione dell’identità del Mediterraneo pur con i suoi 10 mila anni di storia
Quali i progetti in Europa per i giovani?
C’è un progetto europeo l’Erasmus che avrebbe potuto cambiare il volto del paese, ma come sempre accade in Italia, invece di divenire un potenziale da cui partire per modernizzare il nostro paese, lo si utilizza in modo approssimato. Si usano i finanziamenti per offrire la possibilità ai giovani di partecipare, di essere presenti nella novità, ma se ne ignora la finalità: fare, cioè, un’esperienza di mobilità per acquisire nuove conoscenze e competenze al fine di promuovere in Europa la partecipazione alla vita democratica e nel proprio paese lo sviluppo del mercato del lavoro. Per quest’ultimo punto, l’Italia ha fallito! I nostri giovani emigrano e portano avanti i successi dei loro studi, le competenze ricevute agli altri paesi europei, alcuni persino fuori d’Europa!
Perché?
Perché per i giovani che studiano si diplomano, si laureano fanno stage, master, corsi di specializzazione, periodi lavorativi sottopagati, se non gratuiti, nel nostro paese non ci sono prospettive.
La causa?
Un’economia stagnante unita a una situazione d’incertezza individuale e collettiva, tassi di disoccupazione elevati, persone che perdono il lavoro per il dilagare della illegalità, della criminalità organizzata, ndrangheta e varie altre mafie, che rappresentano da sempre il vero freno allo sviluppo del territorio. L’esodo dei giovani laureati italiani verso l’estero ha un saldo notevolmente negativo. Il danno più pesante, ancora una volta, spetta al Sud che perde intere generazioni di giovani. Il Paese si svuota delle sue risorse ed energie migliori, una voragine sempre più incolmabile che assume le forme di una “desertificazione continua e inesorabile simile ad una calamità naturale, difficile da contenere perchè si è incapaci di prevedere, programmare ed attuare politiche serie di intervento alla piaga occupazionale! Così partono richiestissimi all’estero i migliori laureati, i tecnici più preparati nei campi aerospaziale aeronautico, programmatori informatici, ingegneri, fisici, e la lista si può allungare all’infinito…

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