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LA DIETA CALABRESE

LA DIETA PAESANA

Per mesi e mesi la corteggiai,

un dì nella piazza l'incontrai,

era sola e l'amore le dichiarai:

-'Sei bella, sei così bella assai

come la Madonna del Rosario.'-

-'E tu come Cristo del Calvario,

sei magro come uno stecchino

hai la pancia come un luppino,

a vederti così io mi 'spàgno'

pari il brutto uomo ragno,

pensa il doppio ad ingrassare

se con me ti vuoi fidanzare.'-

Furono parole di vero amore

come freccia trafissero il cuore.

E iniziai con la dieta paesana

come antica usanza nostrana.

Per non essere più tra i magri

mangiavo 'panari di pere lavri'

con tanto formaggio pecorino

senza mai dirlo al contadino.

Una 'panetta' di pane al giorno

con due pizze ripiene antiforno,

contorni con cetrioli e 'lattuchi'

prodotti in orti sotto i Luchi.

E tanti fichi neri 'melangiàni'

che 'l'imbiscàvo' con li troiani.

Di cipolle rosse una 'rastèra'

con i pomadori nell'insalatièra

conditi con olio vergine d'oliva

con pepe di 'cerasuòli' si univa.

Un piatto di olive schiacciate.

fette di capicolli e sopprassate

con funghi stipàti nel 'salatùri'

parlavano con nostro Signùri.

Ciò mangiavo sera e mattino

bevendo due o tre litri di vino.

La dieta durò due settimane,

ma successero cose strane.

Nella piazza di nuovo l'incontrai

e mi disse appena m'avvicinai:

-'Maramìa, quanto sei dimagrito

non voglio uno stecchino per 'zito'.

Se non si mangia anche un pesce

è accertato che non si cresce.''





Renato Guttuso















































 
 
 

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